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31 marzo 2023
Tasso BCE: aumenti e conseguenze sui mutui
La Banca Centrale Europea è arrivata, nel mese di marzo, al sesto rialzo dei tassi di riferimento da luglio dello scorso anno. Questo perché, negli ultimi mesi, la Bce ha dovuto adeguarsi all’inflazione in rapida crescita causata soprattutto dall’aumento dei costi dell’energia.
Ma come influisce l’aumento dei tassi di riferimento sulla rata del mutuo delle famiglie? Vediamolo insieme.
Innanzitutto la BCE forma, insieme alle banche centrali nazionali, l’Eurosistema. La sua funzione è quella di mantenere i prezzi (e il valore dell’euro) stabili, insomma, come abbiamo visto, di controllare l’inflazione.
Il tasso BCE rappresenta il tasso con cui la Banca Centrale Europea concede i prestiti alle banche che operano in UE e viene utilizzato come parametro anche per i mutui ipotecari a tasso variabile. Questo significa che i numerosi mutui prima casa, accesi con tasso variabile nel corso del 2022 perché più vantaggiosi dei mutui a tasso fisso, sono rapidamente diventati insostenibili per le persone che li avevano sottoscritti, spesso giovani coppie già svantaggiate da un mercato del lavoro non troppo favorevole.
Le stime parlano ormai di un aumento del 48% della rata del mutuo a tasso variabile rispetto alla rata originale. In pratica, se l’incremento BCE si riflettesse in maniera lineare sull’Euribor, la rata di un mutuo a tasso variabile potrebbe passare dai 745 euro di giugno 2022 ai 1100 euro del secondo trimestre 2023.
Le ipotesi degli analisti sono che l’Euribor possa arrivare al 3% entro la prossima estate e salire fino al 3,3% per fine anno, dovrebbe poi scendere al 2,3% nel 2025 e al 2,4% a fine 2027.
E cosa comporta questo per chi deve aprire un mutuo oggi?
Come è ovvio, chi intende comprare casa oggi deve fare i conti con questo notevole aumento dei tassi d’interesse, che riguarda non solo i mutui a tasso variabile, ma anche quelli a tasso fisso. Questo non significa però che comprare casa non sia comunque conveniente per gli italiani, bisogna considerare infatti che a gennaio 2023 il tasso medio è stato del 3,53%, più alto rispetto al 3,01% di dicembre 2022 o all’1,74% di dicembre 2021, ma comunque più basso rispetto al 5,72% della fine 2007!
L’attenzione dei mutuatari oggi è tornata sui mutui a tasso fisso, dopo l’aumento di domanda di mutui a tasso variabile avvenuta nel 2022. Il mutuo a tasso fisso infatti rappresenta, in questo momento, la soluzione migliore per chi necessita di un finanziamento ipotecario perché consente un risparmio stimato intorno al 7% rispetto a un mutuo a tasso variabile.